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Il comportamento prosociale, argomento di studi e di ricerche attualissimo, va considerato  patrimonio dell’umanità stessa: fin dalle origini della sua esistenza, l’uomo è stato intrinsecamente capace di agire gratuitamente per il bene dell’altro.

Mussen  e Eisenberg- Berg  (1985) lo definiscono  come quell’insieme di  “azioni dirette ad aiutare o beneficiare un’altra persona o un gruppo di persone, senza aspettarsi ricompense esterne”.

Successivamente  Roche (1995)  pone la questione del rispetto dell’autonomia sia di colui che agisce sia del beneficiario dell’aiuto proponendo la seguente definizione “ quei comportamenti che, senza la ricerca di ricompense esterne, favoriscono altre persone, gruppi o fini sociali e aumentano la probabilità di generare una reciprocità positiva, di qualità, solidale nelle relazioni interpersonali o sociali conseguenti, salvaguardando l’identità, la creatività e le iniziative degli individui o gruppi implicati, sia che essi offrano o ricevano aiuto”

 Il comportamento prosociale è  un fenomeno complesso che  implica una serie di abilità sociali e personali quali comunicazione, autocontrollo, empatia, autostima, assertività, problem solving etc. che permettono alla persona di “vivere bene con sé e con gli altri”. Abilità estremamente funzionali al vivere sociale,  armonizzatrici dei rapporti umani, al di là delle appartenenze etniche, culturali o religiose.

 Si evince che, la promozione,  a scuola delle  competenze prosociali,   oltre a porsi come  forte e decisiva risposta ai problemi derivanti dall’emergenza educativa dei nostri tempi (bullismo, individualismo e intolleranza) risulta essere   una sostenibile soluzione  alla demotivazione allo studio e al disinteresse diffuso,  e che, attraverso  la promozione di un clima  relazionale positivo tra gli alunni, faciliti   i processi di insegnamento - apprendimento  favorendo  il raggiungimento del successo formativo del singolo e del gruppo.

 

ISACPro – Istituto di Scienze dell’ Apprendimento e del Comportamento Prosociale - Associazione interprofessionale per la ricerca e la formazione che nel proprio statuto, nel 1984, scriveva: “la persona trae la propria realizzazione dall’ essere consapevolmente per l’ altro’, pur nella consapevolezza del proprio peso specifico, ha avuto l’ ambizione di proporre al mondo scientifico questa convinzione, trattandola come un’ ipotesi da sottoporre al vaglio della ricerca.

Questi anni di

  • ricerca, ancorata a canoni rigorosi;

  • formazione implementata in tutte le regioni italiane;

  • progettazione e realizzazione di innumerevoli percorsi nella Scuola e nella Comunità;

  • interventi in ambito educativo, sanitario e sociale;

  • sviluppo di molteplici collaborazioni interistituzionali e internazionali

hanno confermato la nostra ipotesi iniziale e ci  incoraggiano a proporre l’ educazione prosociale in questa epoca di emergenza educativa.

Il curricolo di competenze Prosociali nasce dal progetto di sperimentazione, condotto secondo la metodologia della ricerca-azione,  “Io e l’altro…” attuato nel 2007/2008 e anni a seguire e svolto in rete tra la Direzione Didattica I Circolo Marsciano PG e l’ I.C. “Alberto Burri” Città di Castello PG.

I risultati della  sperimentazione sono stati presentati ai convegni  “ Io, l’altro … la relazione” Marsciano, PG, Settembre 2007 e “ Prosociality and Bullying”  Città di Castello, PG, Ottobre 2009.

 

La ricerca ci ha portato a comprendere che:

  1. le condotte socialmente indesiderabili sono apprese;

  2. anche i comportamenti prosociali sono appresi;

  3. il processo di apprendimento da modello svolge un ruolo determinante nello sviluppo dei comportamenti sociali;

  4. i programmi strutturati di apprendimento delle competenze prosociali condotti da esperti esterni alla Scuola, in orario extracurricolare e al di fuori della normale programmazione didattica ed educativa, rivelano un’ efficacia paragonabile a quella che si ottiene raccontando favole a sfondo morale;

  5. la maggiore efficacia dei programmi di educazione prosociale può essere ottenuta sommando l’ esposizione degli studenti a modelli efficaci alla realizzazione di un programma educativo, intenzionale, sistematico, programmato e realizzato dalle figure significative per l’ allievo.

Le conclusioni a cui siamo pervenuti con l’ attività di ricerca, insieme alle coordinate già definite da Roche nell’ impianto del PAPEC, verso il quale il nostro modello ha un debito insanabile,  ci hanno permesso di individuare e definire gli obiettivi di un curricolo educazionale sostenibile all’ interno delle scuole italiane, rivolto ai tre protagonisti del percorso educativo.

 

Educare alla Prosocialità nell’ottica dell’Educazione alla  Cittadinanza e Convivenza civile avrà come punti di forza

  • il riconoscere l’altro da sé come persona, istituzione, soggetto di diritto e inoltre come valore e ricchezza

  • il costruire relazioni positive tra individui/cittadini,

  • l’ imparare a “vivere insieme”, consolidando il senso di appartenenza ad una cultura che si apre alle altre, e che riconosce  l’alterità come opportunità  e come arricchimento.

 

Il tutto tramite un approccio didattico prosociale  che ponga i suoi  fondamenti in attività orientate  a

  •  “l'alfabetizzazione” emozionale

  • le competenze sociali trasversali ad ogni competenza disciplinare

  • gli stili comunicativi prosociali con le loro relative definizioni e gli effetti conseguenti, per l'acquisizione del livello più maturo e costruttivo del comportamento sociale

  • la valorizzazione delle diversità individuali e culturali e delle proprie capacità inclinazioni nel rispetto delle capacità ed inclinazioni dell'altro e in un'ottica di crescita e di miglioramento personale

al fine di promuovere relazioni interpersonali e di gruppo positive attuate con la proposizione di modelli coerenti, autorevoli di comportamento tra adulti all’interno della scuola ed all’interno della famiglia.

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